dopo due anni...
adesso mi metto d'impegno! e ricomincio da un nuovo autunno...
adesso mi metto d'impegno! e ricomincio da un nuovo autunno...
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ZUPPADIVINO (oserei dire ZUPPADIVINA) mettere sul fuoco 1/2 litro di brodo e a fuoco lento aggiungere 4 tuorli d'uovo, 1/4 di vino bianco (speciale il sylvaner di novacella!), 1/4 di panna fresca e mescolare fino arendere tutto cremoso, salare e pepare - versare in tazze ed aggiugere dadini di pane vecchio rosolati nel burro e cospargere di cannella.
GROESTL tritare finemente 1 cipolla e farla dorarein un po' di burro; aggiungete poi 600 g di vitello tagliate a fettine sottili e farla rosolare (!!esiste anche la versione con carne cotta, ottima per riciclare qualche avanzo!!) - in una seconda padella rosolare con un altro po' di burro 1 kg e 1/2 di patate lessate tagliate a fettine, quando avranno acquistato un bel colore dorato aggiungere alla carne - insaporire il tutto con delle foglie di alloro, la maggiorana, il sale ed il pepe e bagnare con del brodo - servire cosparso di prezzemolo e accompagnare da un'insalatina di cavolo cappuccio tagliato sottile condito con sale-pepe-olio-aceto-semi di cumino-piccoli pezzetti di speck saltati in padella
STRAUBEN mescolare 280 g. di farina, 40 g. di burro fuso, 1/4 di litro latte (alcune ricette prevedono metà latte e metà birra, a me piace di più solo con il latte), 2 cucchiai di grappa, 3 uova e un pizzico di sale fino ad ottenere un impasto uniforme - far cadere l'impasto con l'aiuto di un imbuto nell'olio bollente seguendo un movimento circolare dal centro verso l'esterno, dovete disegnare una spirale nell'olio! dorare gli Strauben da entrambi i lati per circa 4 minuti, quindi asciugarli su carta assorbente e servirli ancora caldi cosparsi di zucchero a velo con marmellata di mirtilli rossi.....
non dimenticate di portare in tavola qualche kaminwurst (salamino tirolese) , un po' di schüttelbrot (schiacciate di segale), dello speck a dadini, del kren..... e ovviamente del buon vino e delle caldarroste!!!
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smaltita la sindrome da rientro restano i ricordi di un posto meraviglioso....
poche parole, solo immagini e ovviamente un paio di ricettine
I N S A L A T A D I M E L A N Z A N E
bucate con la forchetta 1 kg di melanzane tonde e fatele cuocere in forno caldo per tre quarti d'ora (la buccia deve essere abbrustolita), pelatele e fate una poltiglia con succo di limone e sale, aggiungete una piccola cipolla tritata, mezza tazza di prezzemolo tritato e mezza tazza di olio evo; si può servire decorata con olive, fettine di pomodoro e prezzemolo tritato.
P O L P O G R I G L I A T O c o n s a l s a a l l i m o n e in grecia i polpi vengono appesi e quasi seccati al sole prima di essere grigliati; ne risulta un sapore intenso e una consistenza che permette di assaporare pienamente il sapore delle carni.
2 polpi freschi da circa 600 g l'uno
olio e.v.o.
succo di limone
1 rametto di foglie di prezzemolo tritate
un rametto di origano (o origano e timo
sale q.b.
pepe (preferibilmente nero) q.b.
bollite i polipi in acqua salata per una ventina di minuti e lasciateli raffreddare nella loro acqua. Separate i tentacoli e grigliateli interi su una piastra arroventata sino a che imbruniscano; tagliateli "a fischietto" in tocchetti di un paio di centimetri e serviteli conditi con la salsa "latholemono" che avrete ottenuto amalgamando tutti i suoi ingredienti e scaldandoli brevemente a bagno maria.
"Il monastero di Santo Spirito era soggetto ad una rigida regola di clausura e l’ingresso ne era severamente vietato agli uomini. Appunto per questo il Principe era particolarmente lieto di visitarlo, perché per lui, discendente diretto della fondatrice, la esclusione non vigeva, e di questo suo privilegio, che divideva soltanto col Re di Napoli, era geloso e infantilmente fiero. Questa facoltà di canonica prepotenza era la causa principale, ma non l’unica, della sua predilezione per Santo Spirito. In quel luogo tutto gli piaceva, cominciando dall’umiltà del parlatorio rozzo, con la sua volta a botte centrata dal Gattopardo, con le duplici grate per le conversazioni, con la piccola ruota di legno per fare entrare e uscire i messaggi, con la porta ben squadrata che il Re e lui, soli maschi nel mondo, potevano lecitamente varcare. Gli piaceva l’aspetto delle suore con la loro larga bavetta di candidissimo lino a piegoline minute, spiccante sulla ruvida tonaca nera; si edificava nel sentir raccontare per la ventesima volta dalla badessa gli ingenui miracoli della Beata, nel vedere com’essa gli additasse l’angolo del giardino malinconico dove la Santa monaca aveva sospeso nell’aria un grosso sasso che il Demonio, innervosito dalla di lei austerità, le aveva scagliato addosso; si stupiva sempre vedendo incorniciate sulla parete di una cella le due lettere famose e indecifrabili, quella che la Beata Corbèra aveva scritto al diavolo per convertirlo al bene e la risposta che esprimeva, pare, per il rammarico di non poter obbedirle; gli piacevano i mandorlati che le monache confezionavano su ricette centenarie, gli piaceva ascoltare l’Uffizio nel coro, ed era financo contento di versare a quella comunità una parte non trascurabile del proprio reddito, così come voleva l’atto di fondazione."
Il Gattopardo - Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Pubblicato da ellen 49 commenti
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Mesola, il Po da ’lati e ’l mar a fronte,
e d’intorno le mura e dentro i boschi
e seggi ombrosi e foschi
fanno le tue bellezze altere e conte;
e sono opre d’Alfonso, e più non fece
mai la natura e l’arte e far non lece;
ma che la valle sembri un paradiso
la donna il fa che n’ha sembianti e viso
T. Tasso Rime n. 929s
Il borgo è dominato dall`elegante e maestosa mole del Castello Estense.Costruito alla fine del Cinquecento ai margini di un`immensa tenuta di caccia, il Gran Bosco della Mesola, è ora una delle riserve più suggestive del Parco del Delta del Po.
L'origine del nome risale al termine media insula, cioè in mezzo all'isola, o, secondo altre fonti, a mensola, ovvero piccola mensa, o ancora a mensa, cioè luogo soprelevato.
Anticamente infatti Mesola era un'isola, un luogo alto, emerso dai detriti depositati dal Po durante le alluvioni.
Mesola (per me in particolar modo poiché vi sono legata affettivamente) e tutto il Delta del Po sono luoghi magici e molto suggestivi in cui perdersi, rilassarsi, meditare e rallentare i ritmi. Girovagare lungo gli argini del delta, attraversare i ponti di barche, perdersi nella natura dove l'acqua domina su tutto, vedere stormi di uccelli migratori....
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Etichette: anguille, biscotti a esse, cucina tipica ferrarese, mesola, pampapato, ricettine, tortaconlazucca
sono certa che questa ricettina piacerebbe moltissimo alla signora Precious Ramotswe, titolare della Ladies' Detective Agency nr. 1 e protagonista di tutti i romanzi di McCall Smith ambientati in Botswana (sono deliziosi!!!!)
http://www.alexandermccallsmith.co.uk/
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1 cipolla, 1 peperone verde, 1 cetriolo, 2 spicchi d'aglio, 6 pomodori rossi maturi, 1 cucchiaino di sale, 1/2 cucchiaino di pepe, 3 cucchiai di olio, 1/2 tazzina da caffè di aceto, 75 g. di pane ammollato in acqua e strizzato, peperoncino piccante.
frullare tutti gli ingredienti a crudo fino ad ottenere un impasto omogeneo, se fosse troppo denso aggiungere un po' d'acqua. passarlo con un colino e lasciarlo per alcune ore in frigorifero, accompagnatelo con crostini di pane, pomodori, cetrioli e peperoni a pezzetti.
E' BUONISSIMO!!!!!
il geniale pedro non poteva abbinare al suo fantastico film una ricetta migliore: un frullato di sentimenti, peperoni, passioni, pomodori, erotismo, cetrioli, vendetta, sale pepe e follia..... ECCE HOMO!
http://www.clubcultura.com/clubcine/clubcineastas/almodovar/index.htm
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Etichette: almodovar, donnesull'orlo di una crisi di nervi, gazpacho, ricettine
"in compenso coltiva un gusto particolare per i piccoli piaceri: tuffare la mano in un sacco di legumi, rompere la crosta della creme brule con la punta del cucchiaino, e far rimbalzare i sassi sul canale di Saint Marten"
il favoloso mondo di amelie
4 tuorli d'uovo - 100 g. zucchero - 20 cl. latte - 30 cl. panna fresca - zucchero di canna
sbattere i tuorli con lo zucchero, finché si ottiene un composto denso. mescolando continuamente, incorporare a poco a poco il latte e la panna. mettere a cuocere su fuoco dolce, mescolando senza far bollire finché il composto si addensa e vela il cucchiaio. filtrare il composto e versarlo in un recipiente basso, o in 4 recipienti individuali, in uno strato alto non più di 1 centimetro.porre la(e) pirofila(e) in una teglia da forno poco profonda con acqua calda che arrivi fino a metà altezza. infornare a 150 gradi per 30-40 minuti circa. accendere il grill del forno. distribuire sopra la crema lo zucchero di canna, in uno strato alto circa 2 millimetri. infornare sotto il grill, più vicino possibile, e cuocere per i pochi minuti necessari a fondere lo zucchero e caramellarlo, senza lasciarlo bruciare. togliere dal fuoco e lasciare raffreddare prima di servire, nei recipienti di cottura.NB.Alcuni fanno uno strato di zucchero di canna più alto, che caramellando diventa una crosta piuttosto dura e compatta. in questo modo si ottiene una crosticina più friabile e dal sapore più delicato. si può profumare il dolce con vaniglia e/o arancia, unendo al latte all'inizio mezzo baccello di vaniglia e/o una scorzetta d'arancia, portandolo a bollore e lasciandolo poi riposare coperto per un quarto d'ora.
p.s. la mamma di Chiara usa una piccola fiamma ossidrica per fare la crosticina!!
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-Cioè lei non ha mai assaggiato la Sacher Torte?!...
-No.
-Va be' continuiamo così, facciamoci
del male!!!
N.Moretti
150 g. burro - 100 g. cioccolato fondente - 5 uova - 150 g.zucchero - 150 g. farina - 150 g. cioccolato fondente - 1 bustina di vanillina (io non la metto!) - 70g. zucchero a velo - marmellata di albicocche
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Etichette: nanni moretti, ricettine, sacher
vorrei che i carciofi ci fossero tutto l'anno!
ecco qualche sfiziosa ricettina per assaporare queste meraviglie !! CARCIOFI ALLA ROMANA
ci vogliono dei bei carciofi romaneschi (quelli ciccioni) puliti dalle parti dure (foglie esterne e parte dura del gambo) con la punta livellata di modo che si possano mettere comodamente a testa in giù quando si serviranno e messi mano a mano che si puliscono in acqua e limone perché non si anneriscano; bisogna poi allargare leggermente le foglie, togliere la "barbetta" all'interno e riempire i carciofi con un trito di prezzemolo, menta, aglio, sale e pepe e metterli a cuocere a testa in giù coperti di acqua con un po' d'olio e un po' di vino bianco secco (meglio in un tegame di terracotta) finché non siano diventati morbidi!
si possono anche fare AL FORNO: in questo caso il gambo si taglia quasi del tutto e si trita insieme a prezzemolo, aglio e acciughe; si mescola il trito con pangrattato, pecorino romano, acciughe, sale e pepe. con questo composto si riempiono i carciofi che devono essere aperti molto di più che nel caso della ricettina precedente (metterli a testa in giù e batterli sul piano di lavoro tenendoli per il gambo) poi si mettono in una teglia (questa volta a testa in su) con acqua, olio e vino bianco e si fanno cuocere al forno per un'oretta!
un'altra bellissima idea è quella di farli in INSALATA! qui ci si può sbizzarrire poiché una volta puliti molto bene (seguire sempre il procedimento dell'acqua e limone) si tagliano a spicchi sottili e si condiscono con olio, limone, sale, pepe e (a scelta):
scaglie di pecorino
olive
spicchietti di arancia o pompelmo
stiscioline di speck con un pochino di senape
vari tipi di insalatina o radicchio
....
buoni buoni buonissimi, li adoro!!!
Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,ispida edificò una piccola cupola,si mantenne all'asciutto sotto le sue squame,vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,divennero viticci,infiorescenze commoventi rizomi;sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,la verza si mise a provar gonne,l'origano a profumare il mondo,e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero,brunito come bomba a mano,orgoglioso,e un bel giorno,a ranghi serrati,in grandi canestri di vimini,marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:la milizia.Nei filari mai fu così marziale come al mercato,gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,file compatte,voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,ma allora arriva Maria col suo paniere,sceglie un carciofo,non lo teme,lo esamina,l'osserva contro luce come se fosse un uovo,lo compra,lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,con un cavolo e una bottiglia di aceto finché,entrando in cucina,lo tuffa nella pentola.Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pasta del suo cuore verde.ode al carciofo - Pablo Neruda
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Etichette: carciofi, pablo neruda, ricettine