giovedì 31 maggio 2007

M E S O L A

Mesola, il Po da ’lati e ’l mar a fronte,
e d’intorno le mura e dentro i boschi
e seggi ombrosi e foschi
fanno le tue bellezze altere e conte;
e sono opre d’Alfonso, e più non fece
mai la natura e l’arte e far non lece;
ma che la valle sembri un paradiso
la donna il fa che n’ha sembianti e viso
T. Tasso Rime n. 929s





Il borgo è dominato dall`elegante e maestosa mole del Castello Estense.Costruito alla fine del Cinquecento ai margini di un`immensa tenuta di caccia, il Gran Bosco della Mesola, è ora una delle riserve più suggestive del Parco del Delta del Po.
L'origine del nome risale al termine media insula, cioè in mezzo all'isola, o, secondo altre fonti, a mensola, ovvero piccola mensa, o ancora a mensa, cioè luogo soprelevato.
Anticamente infatti Mesola era un'isola, un luogo alto, emerso dai detriti depositati dal Po durante le alluvioni.





Mesola (per me in particolar modo poiché vi sono legata affettivamente) e tutto il Delta del Po sono luoghi magici e molto suggestivi in cui perdersi, rilassarsi, meditare e rallentare i ritmi. Girovagare lungo gli argini del delta, attraversare i ponti di barche, perdersi nella natura dove l'acqua domina su tutto, vedere stormi di uccelli
migratori....














M E S O L A I N P A D E L L A


PANE
(LE COPPIE..... indescrivibilmente buone)

PASTA FATTA IN CASAAAAAAA!!!
(W LA MAMMA)

PESCI ALLA GRATICOLA!!!!
SLURP(DENTICE CEFALO TRIGLIE...W LA NONNA PESCATRICE)

FRUTTI DI MARE
(W LE VONGOLE e le CANNOCCHIE)

ANGUILLE
alla graticola (the best!)
brodetto
Per la preparazione di questo piatto tipico occorrono anguille di media misura. Una volta pulite e tagliate a tocchi lunghi un dito, si mettono a cuocere in un soffritto di cipolla, sale, pepe, una spruzzata di aceto, una scorza di limone ed un pò di pomodoro o conserva, il tutto a fuoco moderato per circa mezz'ora, dopodichè potete servirla in tavola accompagnata da una polentina calda.

ASPARAGI
(quelli selvatici verdi e piccoli ottimi nel risotto e nella frittatina)

ANIMALI DA CORTILE
(speciale l'anatra muta)
FUNGHI
(spugnole dei pioppeti e tartufi bianchi)
FORMAGGI di PECORA

SALAMA
(non è un errore si chiama così ed è tipica del ferrarese)

ZUCCA
TortaConLaZucca
Ingredienti: 1 kg di polpa di zucca, ½ l di latte, una stecca di vaniglia, 150 g di zucchero, tre uova, 150 g di cioccolato fondente, 30 g di cacao amaro, 100 g di amaretti, 50 g di uvetta, mezzo bicchiere di Marsala, zucchero a velo, burro e sale.
Preparazione: tagliare la zucca a tocchetti e farla cuocere in una pentola con il latte, un pizzico di sale e la stecca di vaniglia, per 15 minuti; farla intiepidire, togliere la vaniglia e passare il tutto al setaccio in modo da ottenere una purea. Aggiungere il cioccolato grattugiato, gli amaretti sbriciolati, il cacao, l’uvetta ammorbidita nel Marsala e strizzata, 100 g di zucchero e le uova. Amalgamare e versare il miscuglio in uno stampo imburrato e cosparso con lo zucchero rimasto. Cuocere in forno a 200 °C per circa 50 minuti; far raffreddare e spolverare con lo zucchero a velo.

PAMPAPATO
Il “Pampapato di Ferrara”, rientra nella tradizione, prima medioevale e poi rinascimentale, di preparare i cosiddetti “pani dolci arricchiti” o “pani speziati”.
Il “Pane del Papa” veniva preparato nei monasteri ferraresi e destinato agli alti prelati della città e di Roma: “dolce degno del Papa”.
Secondo alcuni testi di storia della gastronomia locale, la ricetta originale, custodita gelosamente con molta probabilità dai gesuiti, è stata perduta: pare infatti che, allorché vennero attribuite proprietà afrodisiache al cacao, il nome del dolce sia stato corretto da Pampapato a Panpepato, in riferimento alle spezie impiegate, e, per non incorrere in accuse di eresia, le ricette custodite nei monasteri e nelle canoniche, vennero distrutte!

BISCOTTI A FORMA DI ESSE
(credo siano di origine veneziana ma quelli del forno di Mesola sono buonissimi!)
Zucchero (500 g) Farina (400 g) Tuorli d’uovo (15) Limone (1) Burro (35 g) per imburrare la piastra da forno Farina (30 g) per imburrare la piastra da forno
Rompere le uova Dividere i tuorli dagli albumi Mettere i tuorli in una terrina Aggiungere lo zucchero Aggiungere la scorza grattugiata del limone Aggiungere la farina Mescolare fino a impasto liscio, omogeneo e abbastanza tenero Formare una palla
Sul tagliere spolverizzato di farina formare un salsicciotto di circa 5 centimetri di diametro
Sezionare trasversalmente in pezzi di circa un centimetro di spessore
Sagomare ciascun pezzetto a forma di esse
Imburrare la piastra da forno Spolverizzare con farina Disporre i biscotti sulla piastra distanziati l’uno dall’altro Infornare a 160 °C Cuocere per 45 minuti.

http://www.parcodeltapo.it/

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao, scusa ma non si chiama panpEpato? Per lo meno quello Senese si chiama così appunto perchè ha il pepe (le spezie) MA è probabile che se è di un'altra regione abbia un nome e una spiegazione diversa...

ellen ha detto...

da quel che ho letto io dovrebbe nascere proprio come pampapato (pane del papa) poi modificato nel corso del tempo per vari motivi in panpapato, panpepato, ma in molti posti si chiama ancora così! pensa che è diffuso in tutta Italia e sai come cambiano i nomi da un posto all'altro!
ciao e grazie per la visita e l'interesse